Recensione: "Lo strano caso del dottor Jekyll and Mr. Hyde" di Robert Louis Stevenson


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La storia è nota per le numerose interpretazioni cinematografiche, sebbene il libro sia di gran lunga più interessante e offra una lettura su più livelli. Andrebbe per questo forse riletto più volte, mentre le supposizioni possono iniziare fin dal titolo: perché Stevenson scrisse questo libro? Perché scelse quei nomi?
Se il nome Hyde può avere a che fare con il verbo To Hide, nascondere, non si giustifica completamente una frettolosa traduzione del nome Jekyll in Je (io in francese) e To Kill, uccidere: Jekyll è un dottore, ossessionato dal mostrare la sua benevolenza e dal mantenere la sua reputazione impeccabile. Più che nascondere al mondo una parte della sua personalità, la reprime, ignorando quelli che lui definisce i richiami della sensualità. Mr Hyde, che sembra nascere come suo contropersonaggio, non è però il gaudente libertino che ci si aspetterebbe: è repellente, asociale, crudele e sanguinario, insensatamente punitivo. Entrambi, sia Hyde che Jekyll, sono sofferenti, uno insoddisfatto, ipocrita e di fatto insensibile, l’altro a sua volta insensibile, ma feroce. Nella ricerca di appagamento e di pace falliscono entrambi ed è proprio questo che li porterà alla morte, in un finale moralissimo.
Volendo dare un'interpretazione psicologica da un punto di vista clinico, la storia sembrerebbe quella di una patologica anaffettività, che porta il dottor Jekyll a comportarsi correttamente soltanto per ambizione e Mister Hyde a uccidere e distruggere per incapacità di far fluire “la corrente vitale”, che egli sente fortemente, in qualcosa di costruttivo e autopreservante.
Da tutto ciò nasce il ritratto estremamente moderno e fatto anzitempo di un uomo che crolla di fronte ai doveri che si è autoimposto non per moralità, come vuole credere, ma per arrivismo sociale: un uomo schiavo dell’apparenza, incapace di seguire le regole ma anche di cambiarle, che sfoga la propria frustrazione di nascosto, trasfigurandosi e senza riuscire a dominarsi né ad amare. Hyde è fisicamente piccolo, un bambino rigido e precocemente invecchiato che cresce deforme nutrendosi del guscio Jekyll, senza per questo riuscire comunque a diventare una persona completa.

Loredana de Michelis

1 commento:

  1. Brava. Recensione profonda, centrata, e un grande dono della sintesi.

    Ho letto questo libro durante l'adolescenza, ricordo di averlo compreso ma non profondamente elaborato; mi mancava ancora l'autoconsapevolezza matura e un'esigenza di autodifesa della personalità ancora in costruzione mi portava a schierarmi decisamente da una parte, senza troppa autocritica.

    Questi grandi classici, che hanno gettato uno sguardo nel profondo dell'anima moderna, andrebbero riletti più volte, nelle diverse stagioni della vita.

    PNA

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