Un divertissement, che prova a giocare con i testi teatrali, per trasformare quello che sarebbe un manuale in qualcosa di interessante anche dal punto di vista narrativo.
In un dialogo continuo di domande, risposte e battutacce, Toponi - un topo investigatore d'ispirazione disneyana - il suo assitente, Swatchson, talpa - e un pignolo signor Domandetti, cercano di introdurre il lettore a temi difficili e spesso noiosi, come la spiegazione dei vizi di rifrazione, gli aspetti percettivi coinvolti nella visione e il funzionamento dei tanto chiacchierati e molto fraintesi occhiali a fori stenopeici.Un modo economico, veloce e piacevole, per chi volesse cominciare a capire qualcosa dell'argomento, prima di passare a letture più impegnative.
Libro e E-book.
Qui di seguito un estratto dell'opera.
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Sig. Domandetti: Investigatore Toponi, perché a volte si sente parlare di "vista" e altre di "visione"? Non sono la stessa cosa?
Inv. Toponi: Ni. La vista è un senso, come l'olfatto o il tatto. Ma così come sentire e ascoltare, vedere e guardare non sono la stessa cosa: la visione è la capacità di identificare, interpretare e capire ciò che si sta vedendo. Trattasi di arte che s’impara da piccoli e che si sviluppa crescendo.
L'atto percettivo del vedere, quindi, si avvale del senso della vista, ma non è limitato ad essa.
Aiutante Swatchson: Capo, ma allora io che da piccolo abitavo in una buca sottoterra, sarà per questo che non ci vedo? Non me l'hanno insegnato? È un caso di maltrattamento di minore? Potrei fare risalire a questo periodo le cause della mia tendenza a delinquere?
Inv. Toponi: No Swatchson, essendo tu una talpa, esso può definirsi fenomeno ben normale: ci vedi poco perché alle talpe gli occhi non servono, e quindi non li usano da generazioni. Si muovono grazie ad altri sensi.
Certo che se non s'impara a vedere bene da piccoli, dopo è molto più difficoltoso.
La visione non può esistere senza il lavoro degli occhi, ma per vedere non è sufficiente avere occhi sani: bisogna anche saperli usare nel modo migliore, affinché essi possano fornire al nostro cervello le informazioni a lui necessarie per elaborare un'immagine vera e propria, nitida, ampia e unitaria.
Domandetti: Scusi, ma se gli occhi funzionano bene, ci si vede bene, e se funzionano male, ci si vede male. O no? Che cosa centra il cervello?
Toponi: Ebbene, gli occhi sono degli strumenti nelle mani del cervello, così come un'automobile lo è in quelle del guidatore. Indipendentemente dal modello più o meno efficiente di auto, il guidatore riveste il ruolo più importante per una buona conduzione del mezzo. Lei ha la patente?
L'atto percettivo del vedere, quindi, si avvale del senso della vista, ma non è limitato ad essa.
Aiutante Swatchson: Capo, ma allora io che da piccolo abitavo in una buca sottoterra, sarà per questo che non ci vedo? Non me l'hanno insegnato? È un caso di maltrattamento di minore? Potrei fare risalire a questo periodo le cause della mia tendenza a delinquere?
Inv. Toponi: No Swatchson, essendo tu una talpa, esso può definirsi fenomeno ben normale: ci vedi poco perché alle talpe gli occhi non servono, e quindi non li usano da generazioni. Si muovono grazie ad altri sensi.
Certo che se non s'impara a vedere bene da piccoli, dopo è molto più difficoltoso.
La visione non può esistere senza il lavoro degli occhi, ma per vedere non è sufficiente avere occhi sani: bisogna anche saperli usare nel modo migliore, affinché essi possano fornire al nostro cervello le informazioni a lui necessarie per elaborare un'immagine vera e propria, nitida, ampia e unitaria.
Domandetti: Scusi, ma se gli occhi funzionano bene, ci si vede bene, e se funzionano male, ci si vede male. O no? Che cosa centra il cervello?
Toponi: Ebbene, gli occhi sono degli strumenti nelle mani del cervello, così come un'automobile lo è in quelle del guidatore. Indipendentemente dal modello più o meno efficiente di auto, il guidatore riveste il ruolo più importante per una buona conduzione del mezzo. Lei ha la patente?
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